Cortile della Maddalena
Il Cortile della Maddalena rientrava nel più ampio complesso del monastero delle monache terziarie domenicane: il vasto cortile attuale era suddiviso da una manica interna che creava due cortili, uno più ampio di clausura e uno destinato invece alle attività di servizio.
Nel 1889 l’ingegnere Costanzo Molineris adatta a scuola maschile una parte dell’ormai ex monastero, ovvero l’edificio posto tra via Vittorio Emanuele II e via Accademia. A questo progetto ne seguono ben presto altri che portano il complesso della Maddalena ad accogliere anche una sezione della Corte d’Assise, il nuovo convitto cittadino e ancora la scuola enologica e gli uffici postali. Dai primi anni del XX secolo prende avvio l’uso del complesso della Maddalena per finalità espositive: la prima rassegna commerciale viene organizzata nel 1903 e altre si svolsero nel 1909 e nel 1922 con aggiunte di fabbricati temporanei e di strutture d’arredo.
All’inizio degli anni ’30 viene redatto dal geometra Cesare Borgi, un primo progetto per la costruzione di una palestra destinata ad essere utilizzata dall’Opera Nazionale Balilla: il fabbricato risultava composto da due palestre sovrapposte che si presentavano con un volume centrale più marcato rispetto ai due volumi laterali collegati con le maniche dell’antico convento.
Dal 1929 il cortile diventa ambiente ideale per la realizzazione dell’evento fieristico di maggior richiamo per Alba: la Fiera del Tartufo. Ancora oggi il Mercato Mondiale del Tartufo trova la sua collocazione proprio all’interno del cortile della Maddalena.
A partire dagli anni Ottanta infine si consolida la decisione di costituire nel complesso della Maddalena un centro culturale che ne migliori la fruibilità da parte della cittadinanza: attualmente il cortile ospita la Biblioteca Civica “Giovanni Ferrero”, il Museo Civico Archeologico e di Scienze Naturali “Federico Eusebio”, il Civico Istituto Musicale “Ludovico Rocca” e la sala conferenze “Beppe Fenoglio” che ha al suo interno “Le fabbriche del vento”, due tele dell’artista albese Pinot Gallizio.