Zio Vanja
Ultima modifica 13 novembre 2022
Di Anton Cechov, con Sergio Rubini e Michele Placido e con Pier Giorgio Bellocchio, Anna Della Rosa, regia di Marco Bellocchio, Goldenart.
Info generali
- Data: domenica 2 febbraio 2014
- Ora: pomeridiana alle 18
- Sala: M. Abbado
- Ingresso: a biglietto oppure in abbonamento
Lo spettacolo
Zio Vanja è uno dei capolavori assoluti del teatro cechoviano, in cui si intrecciano le monotone conversazioni e le banalissime vicende di un gruppetto di personaggi. La ricostruzione minuziosa di atmosfere sospese e vagamente inquietanti, l'indifferenza dei personaggi intorno agli eventi, l'indefinito senso di attesa di una catastrofe incombente rendono questo testo una geniale anticipazione della drammaturgia novecentesca.
La trama ha il suo inizio nella casa di campagna ereditata dal professor Serebrjakov, cognato di zio Vanja e padre di Sonia. La prima moglie, sorella di Vanja, è deceduta e il professore si è risposato con Helena. Tra amori e vicissitudini di vario genere, Serebrjakov comunica a Vanja che è intenzionato a vendere il podere e questo fa uscire fuori tutto il temperamento del povero zio, che alla fine tenta di uccidere il professore con dei colpi di pistola che miseramente non andranno a segno. Alla fine l’agiato ereditiere e Helena torneranno in città, lasciando a Vanja la possibilità di continuare ad amministrare la tenuta.
La regia è di Marco Bellocchio uno dei registi più anticonformisti della storia del cinema italiano. Coraggioso, puntuale, deciso, ha saputo portare avanti le sue idee laiche, difendendole con la forza espressiva dell'arte, entrando nella complessità degli argomenti, dalla politica sessantottina alle conseguenze drammatiche degli anni di piombo, dalla follia dei manicomi all'incapacità di amare delle persone comuni.
Si ricorda che il Botteghino del teatro in piazza Vittorio Veneto, 3 (tel. 0173 35189) è aperto al pubblico sempre a partire da 1 ora prima dell'inizio dell'appuntamento.