60° anniversario della morte di Pinot Gallizio: al via una raccolta di testimonianze
Pubblicato il 13 febbraio 2024 • Cultura
Noi non parliamo le lingue o i dialetti del mondo economico (se non occasionalmente) bensì l’esperanto del colore e delle forme che con la loro magia è comprensibile ad ogni latitudine”
(Pinot Gallizio, Manoscritto 1959)
Il 12 febbraio 1902 nasce ad Alba Giuseppe Gallizio, il 13 febbraio 1964 muore ad Alba Pinot Gallizio
“Archeologo, botanico, chimico, aromatiere, partigiano, re degli zingari”, come si definì nei cenni autobiografici per la mostra organizzata dalla Galerie Van de Loo di Monaco di Baviera nel maggio 1959, Pinot Gallizio è figura poliedrica e anticonformista del Novecento Albese. Una traccia forte per la cultura cittadina e non solo, Pinot vive la città in prima persona: nel folklore come con il Palio degli Asini, la partecipazione alla nascita della Fiera del tartufo, il suo ruolo di consigliere comunale e prima membro del CLN delle Langhe durante la Resistenza, sino ad organizzare il Congresso degli artisti liberi facendo diventare Alba “zona libera dell’antimondo”. Il farmacista “dott. Gallizio, l’ignorante”, come intestò la propria carta da lettere, che voleva chiudere alle auto il centro storico negli anni ‘50 e che sposò la causa dei diritti dei nomadi.
Nella ricorrenza del 60° anniversario della morte, il Centro Studi “Beppe Fenoglio” organizza, con il supporto del Comune di Alba, una raccolta di testimonianze dirette di chi l’ha conosciuto e ancora preserva un suo ricordo unico e personale. Studenti della scuola Enologica dove Pinot insegnava, amici del figlio Pier Giorgio cresciuti in casa Gallizio, giovani albesi affascinati dal suo estro potranno raccontare uno spaccato del vulcanico Pinot e contribuire a completare la prospettiva caleidoscopica di un personaggio della cultura internazionale che gli amici artisti chiamavano “L’uomo di Alba”.
“Dopo la visita ad Alba qualche settimana fa ho avuto un vero e proprio choc: l’uomo e l’opera sono la stessa cosa” W. Sandberg, 1960
Aderiscono all’iniziativa personalità cittadine della politica, come l’onorevole Ettore Paganelli, intellettuali come Tonino Buccolo e Nando Vioglio, protagonisti della storia dei vini di Langa come Massimo Martinelli e Angelo Gaja, senza tralasciare chi si è ispirato a Pinot Gallizio per creare la sua cucina, come Cesare Giaccone.
La figura di Pinot quale artista di fama internazionale rivivrà grazie al dialogo con Liliana Dematteis dell’Archivio Gallizio di Torino, e con la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, che a lungo ha collaborato con Pier Giorgio Gallizio e l’Archivio Gallizio promuovendo la realizzazione di diverse iniziative di ricerca, espositive e editoriali.
Un elenco che potrà ampliarsi anche grazie al passaparola di chi ha conosciuto e amato Pinot: per questo potete segnalarci nuove testimonianze contattando il Centro Studi allo 0173.364623 oppure alla mail info@centrostudibeppefenoglio.it
Altre iniziative sono previste nei prossimi mesi per ricordare l’artista: in primavera saranno organizzate le passeggiate in città per raccontare aspetti inediti dell’Alba di Pinot Gallizio viaggiando tra chimica, erbe officinali e pittura. Tappe di un percorso che mostrerà alcune opere in città e i luoghi, le vie e le suggestioni dell’Alba di Pinot.
Inoltre, un altro importante progetto sta prendendo forma nel cuore della città: il Comune di Alba, grazie ai fondi del PNRR, ha deciso di ampliare lo spazio dedicato a due dei suoi cittadini più illustri, Beppe Fenoglio e Pinot Gallizio, scrittore l’uno, artista l’altro, entrambi capaci di lasciare un segno indelebile nel panorama culturale non solo nazionale. Il Centro Studi sarà ampliato attraverso il restauro della vicina ex Casa Miroglio in via Manzoni. I lavori sono stati appaltati e prevedono un grande spazio espositivo e la reception al piano terra, sale studio al primo piano, depositi e archivi al piano interrato. L’obiettivo è realizzare, nella loro città natale, una “casa” idonea a custodire e tenere viva l’opera di Fenoglio e Gallizio e, insieme, creare uno spazio che diventi punto di riferimento cittadino per la cultura, la letteratura e l’arte.
“…qualche volta si nasce morti e si può morire vivi”